(tratto liberamente dall’articolo di Mauro Giordano del Corriere della Sera)

Nei giorni in cui il Comune è finito sotto attacco per aver emanato il Daspo urbano nei confronti di dieci senzatetto, una porta in più si è aperta per dare accoglienza ai clochard che ormai da tempo e stabilmente occupano il portico di San Luca. Si tratta di un appartamento di proprietà del santuario della Beata Vergine, vicino al simbolo cittadino che dall’alto domina Bologna, che per volontà del vicario arcivescovile don Arturo Testi è stato messo a disposizione dei più poveri: da domenica accoglie tre persone in difficoltà ma l’obiettivo è portarlo ad ospitarne almeno sei.

La gestione

La gestione della struttura è stata affidata all’Arca della Misericordia, già attiva con iniziative simili a San Lazzaro e Funo d’Argelato, e a darne notizia con felicità è stato don Massimo Ruggiano, vicario episcopale per la carità. Tra gli ospiti c’è Vincenzo, che dopo essere stato inserito dall’Arca della Misericordia in un percorso di ospitalità sarà il referente dell’associazione dentro l’abitazione.

I servizi

I servizi offerti dalla casa per poveri di San Luca sono un letto caldo, la prima colazione e poi la disponibilità di alcuni generi alimentari e la cucina per prepararsi il pranzo e la cena. A organizzare tutto ci sono Roberta Brasa, presidente dell’Arca della Misericordia e i suoi collaboratori. «L’idea è di don Arturo, con i quali abbiamo un rapporto consolidato, che da un anno voleva fare qualcosa vedendo queste persone lungo il portico — spiega Brasa —. Un tempo quell’appartamento serviva per i pellegrini, ma ultimamente era meno utilizzato e quindi si è pensato di recuperarlo così.

 

La benedizione di Zuppi

Al progetto è arrivata anche la benedizione dell’arcivescovo Matteo Maria Zuppi e la tempistica ha voluto che partisse nel periodo in cui la città sta discutendo delle sanzioni ai senzatetto (oggi in piazza Maggiore ci sarà la manifestazione degli anti-Daspo urbano). «Bologna rimane sicuramente più accogliente di altre realtà, è anche vero che è difficile ospitare tutti — commenta la presidente dell’Arca della Misericordia