Lutti in famiglia

Lutti in famiglia

da | 15 Ott 2019 | Eventi, Istituzionali, Lutti in Famiglia

Lutti in Famiglia

Lutti in famiglia, gesti, parole, riti per celebrare e ricordare i defunti

Il culto dei morti è l’espressione della pietà che gli esseri umani provano verso i defunti e della speranza in una vita futura. Il culto dei morti si manifesta nei riti funebri, diffusi in tutte le società; nella costruzione di luoghi dei morti come i cimiteri; nella elaborazione di credenze relative al destino dell’anima e all’aldilà; nel modo in cui si conserva la memoria dei defunti

Giuseppe Ungaretti, nella poesia «Non gridate più» (che fa parte della raccolta «Il dolore») ha mirabilmente descritto – sotto la forma dell’«adynaton», ossia di un concetto impossibile secondo la logica, come quello di uccidere dei morti – la barbarie sottesa a tali gesti:

«Cessate di uccidere i morti
non gridate più, non gridate
se li volete ancora udire,
se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell’erba,
lieta dove non passa l’uomo.»

Ugo Foscolo, ne «I Sepolcri», lo aveva inteso perfettamente: una società che non conserva il culto dei morti fra i suoi valori spirituali più preziosi, non merita di sopravvivere. Perfino il feroce Achille, che ha giurato a Ettore morente di lasciare il suo corpo in pasto alle belve feroci, finisce per piegarsi davanti alle lacrime di Priamo e restituisce al vecchio re di Troia il cadavere, perché questi possa dare al figlio delle degne esequie.

E’  mancato Paolo Mengoli

Il 7 marzo 2025 è mancato, all’età di 85 anni, Paolo Mengoli. Paolo è stato una persoba di riferimento molto importante per il mondo del socaile a Bologna, ma soprattutto si è occupato con grande affetto e grande eddicacia delle sort della nostra organizzazione; per questo motivo è per noi un onore e un piacere ospitare in questa pagina un ricordo di Roberta Brasa, la nostra Presidente che ha conosciuto molto bene Paolo e che con lui ha molto collaborato.

  Cari amici, è salito in cielo Paolo Mengoli, forse non tutti sanno quello che ha rappresentato Paolo per l’Arca della Misericordia .e appunto per questo ve lo voglio raccontare . Paolo è stato un personaggio molto importante a Bologna . Ha fatto il  direttore della Caritas per tanti anni e  si è sempre impegnato a favore dei poveri, dei più deboli anche a livello politico. È stato un confratello molto attivo e presente della Confraternita della Misericordia, dove ha prestato il suo servizio per tanti anni . Paolo, come si può capire, ha fatto tanto bene ai poveri della città di Bologna e ha fatto tanto bene anche all’Arca  della Misericordia.

Prima di Paolo ho conosciuto l’ingegnere Marco Cevenini, grazie a don Paolo dall’‘Olio, era il 2007/8 . L’incontro con l’ingegnere lo ricordo benissimo, come se fosse ieri, ci siamo visti nella sede della Confraternita della Misericordia (in Strada Maggiore), di cui era ed è stato per tanti anni il presidente . Andai, come sempre, a chiedere un aiuto economico ( sono passati quasi vent’anni ma l’Arca  è sempre messa uguale …) e rimasi molto colpita dal fatto che mi sentii, stranamente, capita, compresa e non giudicata come una fuori di testa  come succedeva di solito.  Dopo qualche settimana Marco venne con Paolo Mengoli in via Zago e fu quella  l’occasione in cui lo conobbi . Vennero  a vedere la  sede dell’‘Arca  in via Zago e in via Gandusio . Rimasero molto colpiti dalla precarietà della situazione e invece di condannare la cosa ci incoraggiarono ad andare avanti ! Avevamo un grosso debito con il proprietario del capannone di via Zago,  c’erano parecchi affitti arretrati, infatti ci aveva mandato lo sfratto . Loro senza battere ciglio hanno sanato il debito! Eravamo increduli !  Pensavamo che saremmo state costrette a chiudere quell’ Arca  che,  con Rina e Carla  avevamo messo in piedi, perché era cresciuta, erano aumentati i poveri, le spese  e con il nostro lavoro non riuscivamo più a far fronte ai costi  ! Posso dire senza ombra di dubbio che Paolo e Marco hanno salvato l’Arca , sono stati provvidenziali!.

In seguito abbiamo avuto altri momenti critici e Paolo c’è sempre stato presente per noi, diceva che gli ricordavamo padre Marella, troppo onore! Vi racconto  un episodio:  i vicini di via Zago fecero un comitato contro di noi, perché secondo loro, portavamo degrado nel loro quartiere . Questo comitato sì dava un gran da fare, stressava quotidianamente il presidente del quartiere san Donato, che a quei  tempi era Borsari, il quale mi telefonava dicendomi di trovare un’altra location perché  non gli davano tregua . Finché il comitato arriva a coinvolgere Manes Bernardini, un politico in auge in quel periodo, il quale arriva in via Zago con i rappresentanti del comitato e in nostro aiuto viene Paolo Mengoli. Paolo racconta tutta la nostra storia al politico, nel frattempo passano da via Zago persone non dell’ Arca ,ma dall’‘aspetto, poco rassicurante e spiego a Manes che sono gli spacciatori che andavano a vendere nel parco John Lennon più avanti . Praticamente via Zago e via Gandusio, che si trovano sotto il ponte di Stalingrado, avevano questo tipo di frequentazione, oltre agli scambisti che regolarmente il sabato sera si trovavano sotto il ponte di Stalingrado. Paolo naturalmente conferma tutto ciò e Manes si rivolge ai signori del comitato e gli dice testuali parole : cari signori voi dovete ringraziare l’Arca della Misericordia che ospita persone che altrimenti andrebbero a delinquere, come questi che abbiamo visto passare poco fa ! E in questa zona loro sono i meno peggio ! Vi saluto ! E se ne andò piuttosto seccato non verso di noi ma verso il comitato . È stata una vittoria schiacciate grazie a Paolo!.

Per concludere, anche se avrei tanti altri episodi da raccontare,  voglio ribadire il fatto che sia Paolo che Marco hanno sempre sostenuto l’Arca della Misericordia economicamente in tutti questi anni e ne hanno  permesso la sopravvivenza , sono stati davvero la mano di Dio che attraverso la sua Provvidenza si è servito di loro ! Mi piace pensare a Paolo che anche dal cielo ci sostenga con lo stesso affetto che  aveva sulla terra. . Che tu possa riposare in pace e raccogliere i frutti di tutto il bene che hai fatto!

 

E’  morta Sabrina Minardi

Il 7 marzo 2025 è mancata, all’età di 64 anni, Sabrina Minardi. Sabrina Minardi era nata nel 1960.È stata sposata con il calciatore Bruno Giordano, con il quale ha fatto una figlia, ed è stata l’amante di Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana. Nel giugno del 2008, interrogata dai magistrati della Procura di Roma, è stata definita la “supertestimone” nell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Abbandonata da tutti ha trovato un ricovero all’Arca della Misericordia.
Fai buon viaggio cara Sabrine, le tue sorelle dell’Arca della Misericordia
Il funerale Martedì 18 marzo h 11 nella chiesa di Piazza Bracci a San Lazzaro di Savena

Bologna 7 marzo 2025

Roberta Brasa in memoria di Sabrina

Di seguito riportiamo alcune considerazioni che Roberta Brasa, Presidente dell’Associazione, ha voluto condividere con i soci

Cari amici, volevo condividere con voi, un ricordo della nostra cara Sabrina Minardi che ci ha lasciati venerdì 7 marzo. Sabrina è arrivata all’ arca sette anni fa’, proveniva dalla comunità di recupero della papa Giovanni che si trova a Castel Maggiore ( Bo). Nata e crescita a Roma, dopo aver concluso il periodo in comunità, è fermamente decisa di non ritornarci, per tante ragioni legate al suo passato nella capitale, dov’è molto conosciuta. Tramite un’amica ospite da noi, arriva all’Arca. Ricordo molto bene il suo arrivo nella casa di Casadio e la sua richiesta di volermi parlare della sua vita. Già qualcosa sapevo, anche se in minima parte e il tutto mi era stato presentato come una storia nebulosa e in parte inventata. Sabrina mi disse che desiderava parlarmi fuori dalla casa per avere più privacy. La caricai in macchina e ci mettemmo in viaggio verso Bologna, dove avevamo in programma di fermarci in un bar a prendere un caffè. Sabrina cominciò a parlare a ruota libera, a raccontarmi tutta la sua vita e più sì addestrava nel racconto e più intuivo che diceva la verità, perché era quasi impossibile inventarsi una storia del genere, troppo sopra le righe, troppo inquietante e troppo scandalosa Abbiamo parlato in macchina per più di due ore, non siamo mai scese per andare a prendere quel caffè perché era impossibile staccarsi da quel racconto così incredibile e devastante dove la realtà superava di gran lunga la fantasia.
Mi raccontò che una giornalista della redazione di ‘ chi l’ha visto?”, dove Sabrina è stata ospite diverse volte, aveva scritto un libro su di lei e me lo diede da leggere. Questa giornalista credeva a Sabrina, il libro è bello e intenso ma non racconta tutta la sua storia. Dopo aver vuotato il sacco, Sabrina mi chiese se fossi ancora disposta ad ospitarla. Le risposi che l’Arca della Misericordia accoglie, non giudica. I nostri ospiti hanno quasi tutti un passato difficile, ma non per questo sono meno amati. Intanto gli anni passano, Sabrina tra alti e bassi, vive una vita serena. Riallaccia sempre più i rapporti con la figlia che le darà la gioia di una nipotina Giulia, che ora ha tre anni e mezzo. Nel 2022 trasferiamo Sabrina nella casa di Caselle, San Lazzaro, perché si libera una cameretta al piano terra, adatta alle sue esigenze. Desidera tanto un cagnolino che le permettiamo di prendere, così arriva luna un bassotto. Sabrina si sente a casa. Qualche anno prima, avevo consigliato a Sabrina di fare la domanda per avere una casa del comune vicino a noi. La risposta è arrivata ed è affermativa, ma quando Sabrina deve andare per firmare l’accettazione dell’ alloggio popolare, mi disse che non se la sentiva di lasciare l’Arca e mi chiese se la ospitavamo fino alla sua morte. La rassicurai e le dissi di si e così è stato.
L 11 febbraio Sabrina torna a casa, a Caselle. Le sue condizioni sono precarie, nonostante il notevole miglioramento ha ancora la tracheotomia e il catetere. Grazie a Giovanni, un volontario dell’Arca che le fa tutte le medicazioni del caso e grazie al contributo di Rina, Sabrina migliora e un un po’ alla volta le viene tolto tutto e lei ritorna ad essere la Sabrina di una volta con 20kg in meno. La settimana scorsa è andata dalla parrucchiera si è fatta la tinta, sistemati capelli, voleva essere bella perché sabato, cioè ieri, doveva venire la figlia da Roma a trovarla. Invece all’alba di venerdì, nel sonno Sabrina se n’è andata. Siamo ancora scioccati, ne aveva superate tante e così all’ improvviso ci ha lasciati. L’unica consolazione che abbiamo è che se n’è andata felice.
Da ieri i vari telegiornali, giornali e social parlano della morte di Sabrina. Da un po’ di tempo, ma è troppo tardi, la sua testimonianza viene presa più in considerazione, non viene considerata una visionaria. Sabrina soffriva del fatto che non era stata creduta fino in fondo, però ne voleva stare fuori. Voleva vivere tranquillamente, staccarsi dal suo passato e cercare di dimenticare il più possibile. Missione difficile. Martedì, per chi vorrà partecipare, alle h 11 nella chiesa di Piazza Bracci a San Lazzaro ci sarà il funerale

 

Elena ci ha lasciato

Elena, la nostra siciliana DOC ci ha lasciato. Ieri mattina è morta per arresto cardiaco, tra le braccia di Carla, mentre con Adil e Mycon cercavano di rianimarla, in attesa che arrivasse il 118. Aveva 55 anni, soffriva di tante patologie e la sua vita è sempre stata in salita. Ha vissuto in strada, ha abitato in una macchina con un cagnolino per anni, finché 4 anni fa, segnalata dai servizi sociali, è arrivata da noi. Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi dignitosamente e serenamente, circondata da tante persone che le hanno voluto bene.
Riposa in pace cara Elena. 

Bologna 2 marzo 2022

Antonio è morto tra le braccia della sorella Maria

Lutti in famigliaIl 3 gennaio è morto Antonio Passalacqua (60 anni). Era arrivato da noi quattro anni fa. Parlava spesso della sua famiglia di origine, proveniva dalla Calabria e precisamente da un paese sulla Sila, in provincia di Cosenza. Sappiamo bene, quanto sia dura la vita su quelle montagne e quanto sia difficile trovare un lavoro onesto. Faceva il pastore; era un uomo mite e molto buono; anche quando beveva qualche bicchiere di troppo, non diventava né petulante né aggressivo. Tutti gli volevano bene. Un anno fa all’arca è arrivato anche un suo fratello, perché Antonio l’aveva chiesto ripetutamente e  questo ricongiungimento lo aveva reso felice. Prima di Natale è arrivata dalla Calabria, ospitata dall’Arca, anche la sorella Maria, a cui era particolarmente affezionato; Maria desiderava ri-incontrare i suoi due fratelli che non vedeva da molti anni. Ad Antonio qualche mese fa era stato diagnosticato un tumore molto aggressivo e, verso Natale, la situazione è precipitata. Ricoverato all’ hospice di Bentivoglio, la sorella e il fratello sono sempre stati accanto a lui. Maria si è accorta che il fratello era morto perché mentre gli teneva la mano, a un certo punto, lui l’ha lasciata. Antonio è morto tra le braccia dei suoi cari, curato, accudito e amato. Questa per noi è stata, nonostante il dolore per la perdita, una grande gioia.

Bologna 3 gennaio 2022

Paola, addio

Lutti in famigliaPaola Santin era arrivata da pochissimo a Casadio; la sera del 8 gennaio il suo cuore si è fermato e l’abbiamo persa, avrebbe compiuto 53 anni il 18 febbraio. Addio Paola sorella per pochi giorni a Casadio, ma sorella per sempre nei nostri cuori.

Bologna 9 gennaio 2021

Alberto è tornato a casa base

 

Lutti in famigliaho cominciato a lavorare in Arca nel 2016 e uno dei primi assistiti che ho conosciuto è stato Alberto Gismondi, insieme a Tommaso (mio figlio) abbiamo girato un breve video sulla sua vita. Quando Alberto ha sette anni la famiglia decide di emigrare in Canada; all’inizio è dura, molto dura, poi le cose migliorano e Alberto scopre di avere un talento per il baseball, si sposa e ha due figli ma … prima gli spinelli, che gli costano l’espulsione dalla squadra, poi le droghe pesanti, il carcere e infine l’alcol. Il matrimonio non regge e lui torna in Italia e incontra l’Arca; è malato, molto malato. Le droghe e l’alcol gli hanno rovinato in modo rilevante il fegato. Esiste una cura molto efficace, che procura quasi il 100 per cento di guarigioni, ma è molto costosa e i medici non sono particolarmente disponibili ad investire tanti soldi pubblici su un drogato, l’Arca si fa garante e i medici del Sant’Orsola si convincono; la cura funziona e Alberto guarisce del tutto. In questi anni è stato abbastanza bene ma da tre mesi Alberto era ricoverato in ospedale: aveva superato la setticemia, aveva superato un grosso problema renale che due settimane fa l’ha portato in rianimazione. Tutti i tamponi Covid sono sempre stati negativi, tranne l’ultimo … praticamente si è ammalato in ospedale e gli è stato fatale.

Volevo molto bene ad Alberto, anche se ultimamente lo vedevo meno, e mi mancherà. Se ne avete voglia guardate il video in cui lui racconta un pezzo della sua (dura) vita, e parla di due grandi amori: i suoi figli.

addio Alberto adesso sei tornato a casa base

 

Alessandro e Tommaso Volpi
Bologna 19 novembre 2020

Susanna Donati
Caro Alberto eri pesante e faticoso ma ti volevo molto bene e mi manchi già tanto ❤️ Che possa finalmente essere in pace 🙏🙏🙏

Paola Quadri
Ho riguardato la storia di Alberto … quanti ricordi mi sono venuti in mente. Ora sarà nella pace e credo farà sentire la sua vicinanza a chi gli ha voluto bene …

Auretta Prata
Mi dispiace tanto‼️riposi in pace nella casa del Padre‼️🙏🙏🙏

Ilaria Torchi
Il nostro Alberto 😭🙏🏻 un dolore infinito…. caro Alberto sei sempre e ci resterai per sempre nel nostro cuore e in quello di tutta l’Arca … sei diventato il referente della nostra casa Arca in paradiso ❤️❤️❤️

Pacifique Muzusa Badesire
Che grande dispiacere e dolore! Riposa in pace carissimo Alberto 🙏🙏🙏😭😭😭

Cristina Chiusoli
Mi dispiace molto. Riposa in pace nella luce eterna 🙏🏻✨🌈

Claudia Zerri
Un dolore grande… grande… Alberto caro ti ameremo per sempre ❤️

Antonella Marino
Sono molto addolorata da questa notizia… ma ora Alberto finalmente sei libero, dalle schiavitù e dai brutti pensieri, che ti hanno avvelenato la vita. Sei libero di tornare alla tua piena bellezza e di sentirti a casa, accolto, amato, perdonato come già avevi pregustato all’Arca… ma le ferite del passato ti tormentavano e ti rendevano pesante… Carissimo Alberto sono molto dispiaciuta per questi ultimi mesi che hai trascorso in ospedale e per l’epilogo… ma voglio ora pensare che questo ultimo periodo sia stato di preparazione all’entrare direttamente in Paradiso e di abbracciare il Padre… chissà che festa! Te la meriti Alberto perché hai saputo far ritorno a Dio già anni fa, lasciandoti toccare il cuore dalle parole scritte sul muro da tuo figlio e incontrando l’Arca. Grazie Alberto perché mi hai sempre accolto calorosamente, con simpatia e rispetto. Grazie a Dio per l’amicizia indelebile e arrivederci, perché spero di essere accolta in Paradiso, di riabbracciare te, tutti i miei cari e, poi, godere dello stare insieme per sempre!❤️

Chiara, Elisa, Luca e Sara Landi, i figli di Roberta
caro Alberto sapere che non ci sei più anche per noi è stato molto doloroso sei sempre stata una persona speciale, allegra, con il sorriso sulle labbra e la battuta pronta; sappiamo che ora sei in un posto migliore e soprattutto hai la serenità di cui avevi bisogno. Ci mancherai.

Ernest Harerimana
sono triste per la morte di Alberto, aveva fatto pace con tutti qui; non ho parole, voi fate un opera di Dio perché accompagnate le persone a morire con dignità, veramente siete una famiglia creata da Dio

in ricordo di Gabriele Cosmi

il 16 dicembre del 2018 è scomparso improvvisamente Gabriele lasciando un grande vuoto; Gabriele è stato un buon marito, un buon padre, un affezionato sostenitore dell’Arca ed un esempio per molti; le sorelle e i fratelli dell’Arca ne sentono la mancanza e abbracciano tutti assieme Paola; caro Gabriele resterai per sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi. Grazie. A  noi piace ricordarlo come appare in questo breve filmato dove è ritratto durante una cena con amici per il festeggiamento del 25esimo anniversario dell’Arca.  Ci scusiamo con gli altri amici di Gabriele presenti nel video per non avere chiesto loro la liberatoria (la Redazione)

 

Bologna 16 dicembre 2018

 

 

 

 

 

 

Dante non ce l’ha fatta

Lutti in famigliaIn silenzio, quasi in punta di piedi, Dante ha vissuto, poi se ne è andato: una malattia, terribile e fulminante, se lo è portato via giovedì 15 ottobre, un mese esatto prima del suo 69° compleanno. Sempre pacato, sempre sereno, sempre accomodante, Dante si accontentava di un suo angolino, magari in mezzo alla tanto amata natura, dove poter rimanere in compagnia di se stesso. Delicato e di buon cuore, era propenso a stare insieme a quei pochi amici con i quali si sentiva a suo agio. Buon viaggio, Dante!

Bologna 15 ottobre 2020

Ahmed se ne è andato nel sonno

Ahmed (Ahmed Skyder Kawser nato a Singapore nel 1976), è arrivato a Casadio a giugno . Era silenzioso, riservato, sembrava che avesse sempre timore di disturbare. Aveva 43 anni (il 19 settembre ne avrebbe compiuti 44), ma ne dimostrava di più , non tanto fisicamente quanto negli atteggiamenti e nello sguardo, la vita l’aveva provato tanto e gli si leggeva in volto. Era stato un bravo operaio, aveva lavorato sodo per mantenere la sua famiglia, ma poi una brutta separazione l’ha portato ad ammalarsi e da allora non si è più ripreso. Un giorno di agosto, silenziosamente, com’era arrivato se n’è andato. Il 14 agosto è morto nel suo letto mentre dormiva. Ciao Ahmed

Casadio 14 agosto 2020

Mauro si è ricongiunto a Paola

Mauro è arrivato all’Arca con Paola nel 2015. Venivano da Pistoia, vivevano in strada ed avevano grossi problemi dovuti alla dipendenza dall’alcol e droghe. Erano una bella coppia si appoggiavano l’un l’altro, si volevano sinceramente bene. Sono stati tra i primi accolti a Casadio. Hanno cominciato un percorso per disintossicarsi che li ha portati a smettere quasi completamente di bere e di usare sostanze. La loro forza era il loro amore e il fatto che non vivevano più in strada, ma avevano una casa dove dormire mangiare e qualcuno che si prendesse cura di loro. Quando Paola si ammala gravemente, Mauro rischia di crollare ma con grande fatica regge e diventa il bastone di Paola.

Per un anno abbiamo lottato con Mauro per strappare Paola dalla morte a causa di una gravissima patologia al fegato. Paola guarisce miracolosamente il suo fegato ritorna a funzionare. Ma subentra una grave patologia cardiaca congenita. Paola viene operata ma dopo sei mesi muore, il suo cuore non ce l’ha fatta. A questo punto anche il cuore di Mauro non ce la fa. Ha una bruttissima ricaduta, ritorna schiavo delle sue vecchie dipendenze. Qui inizia un periodo davvero brutto, abbiamo cercato in tutti i modi di aiutarlo…lo andavamo a cercare in stazione, nei vari punti dove sapevamo potesse essere…per riportarlo a casa.

Perché Mauro, per non pensare al suo dolore della perdita di Paola, si stordiva al punto tale che non sapeva quello che faceva. Quindi attraversava la strada senza guardare, è stato trovato che passeggiava tranquillamente, sui binari della stazione Centrale diverse volte. Dopo mesi di questa vita, Mauro si riprende decide di curarsi e ce la fa. Recentemente Mauro ha una ricaduta. Ne parliamo con la dottoressa che lo segue e e con lui decidiamo di fare un nuovo percorso di disintossicazione. Mauro stesso chiede aiuto, perché capisce di non farcela da solo. Era tutto deciso. Purtroppo però sabato 22 febbraio, Mauro è passato sui binari della stazione di San Lazzaro, semplicemente per attraversarli, per venire a casa. Mauro non si è accorto del treno merci che stava arrivando ed è stato investito.

Per noi Paola e Mauro rimarranno sempre un esempio di amore di coppia per la condivisione, l’affetto,il rispetto reciproco, la complicità, l’essere uniti nella buona e nella cattiva sorte, che c’era fra loro

Caselle 22 febbraio 2020

Paola ci ha lasciato

Sabato 6 aprile è mancata Paola Bigagli (54 anni nata a Pistoia il 2/4/1965)

PaolaBigagli

ricordiamo la nostra sorella con questo video in cui racconta, con commovente serenità, la storia della sua vita, dura e  travagliata

 

guarda il video

Funo 6 aprile 2019

Adele è volata via

Adele (all’anagrafe croata Branka Grznic) è arrivata all’Arca nel 2006 portata da Don Paolo. In quel periodo non facevamo ancora accoglienza se non sporadicamente. La prima cosa che ho fatto appena arrivata è stata quella di chiamare gli enti dove era stata in precedenza per chiedere loro se la raccoglievano. La risposta che ho avuto è stato molto negativa. Nessuno voleva Adele era troppo impegnativa , non la tolleravano. Anche la famiglia di origine aveva preso le distanze da lei. Noi ci siamo trovati in difficoltà , perché capivamo che non potevamo abbandonarla ma al tempo stesso non avevamo una struttura adatta per ospitarla. Quindi abbiamo deciso, al di là di tutte le normative non in regola, di ospitarla in un nostro magazzino, .con Adele è cominciata l’accoglienza dell’arca . Non è stato facile, perché era bipolare, alternava momenti di eccessiva gioia a momenti di grande tristezza. …. Il rapporto fra noi e Adele è stato molto forte.. abbiamo trascorso questi anni assieme a lei come una di famiglia. Ci sono stati momenti difficili, si discuteva, si cercava di aiutarla ad essere più equilibrata, ma i risultati sono stati scarsi . L’abbiamo accettata com’era e non abbiamo mai preteso da lei più di quello che potesse dare. Quando ha riallacciato i rapporti col figlio, aveva la possibilità di ritornare in Croazia a casa sua, ma lei ha scelto liberamente di rimanere all’Arca perché la considerava sua vera famiglia. Non ci siamo opposti al suo desiderio, anche se questo significava tenere occupato un posto letto che poteva servire a qualcun altra. Adele era una di noi e anche noi desideravamo averla accanto. Adele se ne è andata il 18 febbraio lasciando un grande vuoto nei nostri cuori.

Caselle 18 febbraio 2020

Patrizia è mancata

Oggi, 17 gennaio 2020, alle 13,30 è morta Patrizia Barbieri. È morta nel suo letto mentre dormiva, se n’è accorto il marito che era in casa con lei . Per chi conosce la storia di Patrizia e Gigi sa bene che sono una parte significativa della storia dell’arca . Li conosciamo da tredici anni circa, vivevano in strada, sono stati tra i primi accolti dell’Arca, entrambi con grossi problemi di dipendenza dalla droga e dall’alcool . Patrizia era sieropositiva, la sua malattia era molto avanzata, pensavamo che non ce la facesse e invece ha conosciuto da noi il futuro marito Gigi e la sua vita è rinata.

Si sono sposati, anche in chiesa, 5 anni fa; siamo riusciti a far loro ottenere la casa popolare, dove hanno trascorso la loro vita con due gatti e un piccolo cagnolino … Una storia di rinascita, di riscatto e di amore. Purtroppo, Patrizia era molto ammalata ed è rimasta in vita, oltre ogni più rosea aspettativa. Siamo felici, però, perché l’ultima parte della sua vita l’ha vissuta dignitosamente, accanto all’uomo che amava e che si è preso cura di lei con una abnegazione fuori dal comune. Patrizia riposa in pace ….

Bologna 17 gennaio 2020

è morta la mamma di Maycon

Maycon non vedeva la mamma da moltissimi anni, lei in Brasile e lui in Italia; agli inizi di questo anno era riuscito a tornare in Brasile e incontrarla nuovamente; purtroppo sarebbe stata l’ultima volta.

La mamma di Maycon è mancata questa notte (martedì 15 ottobre 2019); i suoi fratelli e le sue sorelle dell’Arca della Misericordia si stringono intorno a lui e lo abbracciano.

Brasile 15 ottobre 2019

è morto Fortunato

Fortunato aveva 56, di origini Filippine, senza permesso di soggiorno e ammalato di cuore. Due anni fa, a novembre, quando abbiamo aperto la casa di San Luca, lui è stato uno dei primi ospiti. Da quindici anni dormiva sotto i portici di Bologna e da parecchi anni sotto quelli di San Luca, il suo posto fisso era al terzo mistero gaudioso… È stata dura convincerlo a venire a vivere in una vera casa con tutti i comfort del caso …. però alla fine ha ceduto alle nostre insistenze. Sì è trovato bene, dopo qualche mese che era da noi sono riaffiorati i gravi problemi di salute che si portava dietro da anni, ma che aveva trascurato … L’abbiamo accompagnato a fare visite varie, ha fatto diversi ricoveri ecc … Comunque i cardiologi ci hanno sempre detto che aveva un cuore messo malissimo, solo un trapianto poteva salvarlo. Per il trapianto non potevano metterlo in lista, sia perché non aveva il permesso di soggiorno, sia perché anche i polmoni erano malandati. Anche in questo caso l’Arca della Misericordia è stata chiamata per accompagnarlo nell’ultima parte della sua vita. La mattina 14 ottobre 2019 alle 7, a San Luca è stata chiamata l’ambulanza, dopo qualche ora Fortunato è morto al Maggiore per arresto cardiaco. Ha fatto una morte dignitosa e fino all’ultimo è stato accudito.

Bologna San Luca 14 ottobre 2019