Incontrare gente che ha bisogno qualche volta ti cambia la vita
Incontrare gente che ha bisogno qualche volta ti cambia la vita. Come molti sanno, in via Gandusio 33 a Bologna abbiamo un centro di distribuzione alimentare, dove, 3 volte alla settimana, consegnamo generi alimentari che altrimenti verrebbero buttati: si presentano circa 130/150 persone alla volta; prima della pandemia ne venivano grosso modo 50, questo aumento del 200% è anche una misura degli effetti negativi del Covid: forse sono quelli che i media chiamano i nuovi poveri. Sono persone che vivono ai margini della società: poveri, un ISEE molto basso, famiglie, singoli, gente senza fissa dimora ecc.. In questa impresa ci danno una mano due volontari, Stella e Sandro, ma è Carla che si sobbarca la parte più difficile e faticosa, perché è lei che sì occupa di accogliere la gente e, aiutata dai nostri ragazzi, di consegnare gli alimenti.
Circa un anno fa, sì è rivolto a noi il servizio sociale per minorenni del dipartimento giustizia minorile, per chiederci se, per caso avessimo le condizioni per far svolgere lavori socialmente utili ai ragazzi che loro seguono, sono ragazzi che devono scontare una (piccola) pena per aver commesso dei reati. Il magistrato, infatti, aveva deciso, per loro, una strada di riabilitazione che prevedesse l’esecuzione di lavori socialmente utili, in sostanza li costringe a prestare attività di volontariato, perché ritiene che questa strada sia utile ed educativa. Le assistenti sociali, con cui ci siamo relazionati, erano in grande difficoltà, perché faticavano a trovare enti che fornisse loro questa opportunità. Noi abbiamo dato, immediatamente, la nostra disponibilità, ritenendo che il luogo più adatto per loro, fosse il volontariato nella distribuzione alimentare di via Gandusio
Ad oggi sono venuti a fare volontariato 5 ragazzi. Tutti carini, educati, per lo più provenienti da buone famiglie e si sono inseriti senza problemi. Per loro è stata un’esperienza un po’ scioccante, hanno toccato con mano un mondo che forse non conoscevano e ricordo di aver visto, un giorno, uno di loro con le lacrime agli occhi...
Ora voglio raccontarvi l’esperienza di Giacomo (nome di fantasia). Quando la sua assistente sociale ce lo ha segnalato, sono andata a conoscerlo al Pratello. Mi dissero che era diverso dagli altri che ci avevano mandato e che faticavano a relazionarsi con lui perché era aggressivo e non rispettava mai le regole e gli orari. Conosco Giacomo e mi fa molta tenerezza, perché rivedo in lui tanti ragazzi che sono passati all’Arca della Misericordia. Giacomo però non viene dalla strada, anzi è figlio di un educatore che economicamente sta bene.
Quando il volontariato è iniziato, i servizi temevano l’ennesimo fallimento. Invece Giacomo ha avuto una reazione inaspettata, è rimasto molto colpito da tutta questa gente; persone che fanno la fila per ore per portare a casa, gratuitamente, un po’ di pane, pasta, verdura, insomma quello che passa il convento.
Giacomo si appassiona, viene regolarmente, in via Gandusio, i giorni stabiliti e in perfetto orario. Qualche settimana fa, ha terminato il periodo di volontariato fissato dal giudice; l’udienza in tribunale è andata bene, ha pagato il suo debito con la giustizia. Venerdì scorso, Giacomo è venuto a trovarci in via Gandusio per ringraziarci e per dirci che l’esperienza da noi l’ha cambiato. È stata molto educativa. Non potrà mai più essere il Giacomo di prima. Ha capito quanto sia fortunato e quanta povertà ci sia, nascosta e insospettata, non tanto lontano dalla sua realtà tutto sommato benestante. Il ragazzo che avevo visto con le lacrime agli occhi era lui…
Speriamo davvero, che questa esperienza che Giacomo ha fatto gli possa servire per la vita. Chissà…. Questa è una storia molto diversa, rispetto alle altre che vi abbiamo raccontato, però vi assicuro che per noi è stata significativa e toccante