estratto dall’articolo di Giuseppe Latour apparso sul Sole 24Ore del 8 settembre 2019

Oltre 1,1 milioni di farmaci. Circa 700mila pasti da mense e cucine ospedaliere. Più di 7.600 tonnellate di eccedenze alimentari dalla Grande Distribuzione organizzata (Gdo). A pochi giorni dal terzo compleanno della legge anti-sprechi (legge 166/2016), il bilancio della sua applicazione è in queste tre cifre, tutte relative al 2018. Un pacchetto di meno di venti articoli, fatto soprattutto di semplificazioni, è riuscito a innescare un processo di economia circolare che, adesso, potrebbe essere allargato ad altri settori. A partire dal recupero dei libri.

A illustrare la genesi di quella legge è la prima firmataria Maria Chiara Gadda, deputata  Pd: «È nata da un’analisi del mercato, cercando di rimuovere ostacoli che rendevano complesso il recupero di alcuni prodotti. Agisce attraverso la chiarezza normativa, senza obblighi e sanzioni. Il suo obiettivo è rispondere a un bisogno sociale».

La norma porta semplificazioni amministrative e fiscali alla donazione di beni di prima necessità, fatta da soggetti che intendono cederli perché invenduti, prossimi alla scadenza o non commerciabili per qualche vizio. Dalla sua entrata in vigore, il 14 settembre 2016, ha favorito molti processi virtuosi. A partire dalla grande distribuzione organizzata. Nel 2018 la fondazione Banco alimentare ha recuperato e distribuito oltre 90mila tonnellate di alimenti; in questo insieme è molto cresciuto proprio il recupero delle eccedenze dalla Gdo, cioè il settore su cui ha avuto un impatto maggiore la legge 166: sono 7.677 le tonnellate raccolte (+36%). Questo incremento è dovuto soprattutto ai 485 nuovi punti vendita che hanno scelto di donare al Banco alimentare, portando il totale a 1.515.

«Grazie alla legge Gadda – racconta il presidente di Banco alimentare, Giovanni Bruno – abbiamo incrementato molto soprattutto il recupero dalla Gdo di prodotti freschi e in scadenza veloce. Una norma che ha favorito queste operazioni: il fatto che se ne potesse parlare con più normalità ha favorito la loro diffusione».

Questi numeri sono da incrociare con quelli di Federdistribuzione, che nel 2018 ha fatto registrare un incremento del 13%, arrivando a circa 6mila tonnellate di eccedenze donate attraverso il Banco alimentare: una crescita meno esplosiva, perché si confronta con un 2017 già ottimo, nel quale erano moltissimi (oggi sono 933) i punti vendita di Federdistribuzione attivi nelle donazioni. Per il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara questi numeri possono però ancora aumentare: «Con la legge Gadda è stato fatto un significativo passo avanti. Un’accelerazione potrebbe arrivare se le amministrazioni comunali introducessero sconti nella tariffa dei rifiuti per i soggetti che donano».

 

 

Le cifre del Banco Alimentare per il 2018

 

legge 166/16 nel sito del Banco Alimentare